Ineos Grenadiers, Elia Viviani: “I velocisti puri finiranno per scomparire”
I velocisti puri sono una “specie a rischio”. È il pensiero di Elia Viviani, che velocista puro è che ha l’esperienza e la saggezza agonistica per analizzare una situazione generale che lascia sempre meno spiragli per i corridori dediti alle volate. Viviani, 33 anni, sta per iniziare la seconda annata della sua seconda esperienza alla Ineos Grenadiers (la prima fu all’epoca della denominazione Team Sky), dopo un 2022 che, sul piano dei risultati su strada, non è stato indimenticabile (un successo al Tour de la Provence e un altro alla CRO Race).
“Penso che il velocista puro finirà per scomparire – le parole di Viviani rilasciate alla Gazzetta dello Sport – Ora devi essere capace di tenere botta sulle salite. I percorsi stanno diventando più duri e di questi tempi un arrivo in volata può esserci dopo una giornata con 2mila metri di dislivello. Non si può più stare semplicemente a ruota e aspettare una tappa più semplice”.
Secondo Viviani non è una questione solo di percorsi: “È il ciclismo moderno – le considerazioni del veronese – Non ci sono più le logiche di un tempo. Adesso basta un solo chilometro di salita per far sì che la corsa esploda. Inoltre, nei Grandi Giri, è dura avere compagni a disposizione: se sei in una squadra che ha un uomo di classifica, c’è lui, ci sono i suoi tre uomini per le montagne e altri due per aiutarlo almeno nella prima settimana. Restano due posti, di cui uno è proprio il velocista”.
Uno sguardo sul panorama dei velocisti attuali: “In una volata piatta, Fabio Jakobsen è imbattibile negli ultimi 200 metri. Per il futuro, il più completo è Olav Kooij (Jumbo-Visma, ndr): ha già mostrato consistenza e penso che possa solo migliorare”.
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